Vendemmia 2022 ok, basse rese ma altissima qualità

Pochi ma buoni, recita il vecchio adagio. Vendemmia 2022 ok, anche se anticipata. Il vero problema: la forte siccità. L’estate senza piogge ha colpito duro, nel Roero, e in particolare nell’area di Castellinaldo. Risultato: anche il 30% di raccolta in meno, rispetto allo scorso anno. In compenso, la qualità è più che eccellente. Uve spettacolari, dolcissime. A partire da quelle del Roero Arneis: come sempre, il primo vitigno ad aprire la vendemmia (quest’anno partita qualche giorno prima, come in tutto il Piemonte). Il trend positivo è confermato anche dal Crea, il principale ente italiano dedicato alle filiere agroalimentari. «Nonostante le difficoltà del meteo, la vendemmia 2022 sarà di qualità», affermava già ad agosto il Centro di Ricerca di Viticoltura ed Enologia dell’organismo governativo.

«Nonostante le alte temperature estive e la siccità – aggiunge ora l’ente – il vigneto italiano si conferma come “resiliente ai cambiamenti climatici”». Questo è ancor più vero per i filari della Marchisio Family, rigorosamente biologici e biodinamici. «Prevenzione: tutta la nostra fisolofia punta a irrobustire le viti anno dopo anno, in modo naturale». Lo afferma Sergio Marchisio, insieme ai figli Fabio e Ivo: «Incrementare costantemente la fertilità dei suoli, senza usare la chimica, ci regala piante più forti e resistenti». E anche “pazienti”, si potrebbe aggiungere: dopo il 2020 congelato dai lockdown e il 2021 bersagliato dalla grandine, il 2022 è il terzo anno consecutivo a essere complicato (stavolta, dalla penuria d’acqua). «Un problema, la mancata “irrigazione di soccorso”: è tempo che il Piemonte si adegui alle altre Regioni, che infatti la consentono».

Intanto però i grappoli di Arneis hanno riempito la cantina di profumi. «Stagione dopo stagione, proprio la viticoltura biodinamica accresce il potenziale sensoriale dell’uva, il ventaglio di sentori». Sergio Marchisio ci sa fare, con l’Arneis: vero e proprio pioniere, per quanto riguarda il vitigno-simbolo del Roero. E’ stato il primo a spumantizzarlo: oggi, il Faiv (superbo metodo classico) affina per ben 9 anni sui lieviti. In primis, c’è il Roero Arneis in versione tappo raso: un Arneis veramente unico, apprezzato da anni in tutto il mondo. E non è finita: completa la gamma l’ultimo arrivato, vinificato in anfora. «La scommessa: dimostrare che anche l’Arneis può rivelare doti insospettabili di morbidezza e longevità». Avanti tutta, dunque: la vendemmia dell’Arneis è solo l’antipasto. A seguire, Barbera e poi Nebbiolo. Vini esclusivi e generati dall’amore speciale per la terra, interpretando al meglio la grande lezione di Rudolf Steiner.

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