Il Roero Arneis 2021, gioiello biodinamico del Piemonte, salvato dalla grandine

Acino per acino, grappolo per grappolo: un lavoro certosino, tra i filari colpiti dalla grandine, per salvare il nettare dorato della stagione. «Lo ammetto: questa vendemmia è una delle più problematiche della mia vita». Sergio Marchisio non lo nasconde: la “tempesta” che si è abbattuta su alcuni dei suoi verdissimi vigneti, all’inizio dell’estate, ha danneggiato in modo irreparabile una parte del raccolto. Ma naturalmente non bisogna scordare il bicchiere mezzo pieno: «Dove la grandine le ha risparmiate, le nostre viti hanno svolto un “lavoro” eccezionale: il loro frutto, quest’anno, è di una qualità veramente spettacolare». Lo si potrà assaggiare in anteprima a breve, quando – finita la vendemmia e le prime operazioni di cantina (diraspatura, spremitura) – il mosto avrà smesso di bollire e sarà diventato, finalmente, vino. Stiamo parlando dell’Arneis, il bianco principe del Roero. Uno dei gioielli del Piemonte: sapido, minerale, particolarissimo.

Sergio Marchisio, pioniere assoluto per vocazione, è stato il primo a spumantizzarlo. Il suo metodo classico “Faiv”, burroso e morbidissimo, staziona anche 9 anni sui lieviti. E resta un esempio sbalorditivo di come si possa ottenere tanta finezza, tanta ampiezza e tanta profondità. Missione: nobilitare oltre l’immaginabile la pura espressione varietale di un vitigno autenticamente contadino. Un’uva valorizzata negli ultimi decenni dai migliori produttori di quell’angolo di Piemonte che si estende sulla riva sinistra del Tanaro, di fronte alle Langhe. Il Roero Arneis della Marchisio Family sorprende già nella versione tappo raso. E’ un bianco fermo che si presenta esibendo una fragranza prorompente, ricchissima di sentori. Tutto questo, grazie alle speciali cure del disciplinare biologico. Terreni e piante letteralmente rigenerate, anno dopo anno, dalla rigorosa pratica della viticoltura biodinamica.

E visto che dalle parti di Castellinaldo non ci si ferma mai, Sergio Marchisio ha pensato bene di andare oltre. A deliziare gli appassionati, infatti, ora c’è il Roero Arneis vinificato direttamente in anfora. Un trattamento che arricchisce di luce e di calore la già smisurata generosità di questo piccolo capolavoro enologico. Certo, l’annata non sarà facile da dimenticare: «Procediamo al rallentatore, con la vendemmia, andando a “setacciare” i grappoli – a mano, uno ad uno – per recuperare i singoli acini non danneggiati dalla grandine. Il che significa: una mole immensa di lavoro in più, e un notevolissimo dispendio di tempo». Si chiama passione, ed è il marchio di famiglia. La marcia in più che, sicuramente, andrà a rendere ancora più prezioso e unico il Roero Arneis 2021. Un vino piemontese speciale, figlio del destino e della fiducia incrollabile nel futuro.

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