Usciranno solo nel 2030 le bollicine metodo classico ottenute dai grappoli di Arneis e Nebbiolo appena vendemmiati dalla Marchisio Family: «C’è un altro nipotino in arrivo, e sarà meglio tenere da parte un bel po’ di bottiglie», dice Sergio Marchisio, felicissimo della raccolta 2020. «Abbiamo la fortuna di poter differenziare la produzione, grazie a vigneti con esposizioni diverse: e quindi, per gli spumanti, vendemmiamo filari dove le uve non hanno ancora raggiunto una maturazione avanzata. In questo modo riusciamo a mantenere più bassa la gradazione alcolica, a tutto vantaggio della freschezza». Per il Faiv (blanc de blancs, 100% Arneis) si impiegano le uve del prestigioso cru Valmaggiore, di Vezza d’Alba, mentre per il Faiv Rosè (100% Nebbiolo) le uve sono quelle della parte inferiore della collina di Mongalletto, a Castellinaldo.
«Sono due appezzamenti dai quali raccogliamo 50-60 quintali d’uva, per un totale di 5-6000 bottiglie per il Faiv e altrettante per il Rosè». Il segreto della finezza sta anche nella natura dei terreni: «Sia Vezza che Mongalletto presentano suoli molto sabbiosi, ideali per regalare al vino leggerezza e profumi». Chi li conosce sa che si tratta di grandi spumanti, la cui ricchezza dipende anche dal pieno rispetto della natura: certificata biologica, la Marchisio Family pratica la viticoltura biodinamica, capace di assicurare una marcia in più ai vigneti (e quindi ai vini). Sugli spumanti, mantenuti anche 7-8 anni sui lieviti, Sergio Marchisio vanta veri e propri record: è stato il primo a spumantizzare l’Arneis, molti anni fa, e il primo a spumantizzare il Nebbiolo (rosè) prodotto secondo i dettami sterineriani della biodinamica.
I grappoli appena raccolti sono diventati mosto e stanno ormai fermentando, mentre il tiraggio (con aggiunta di zucchero e lieviti) sarà effettuato tra un anno esatto, non prima di agosto o settembre 2021. Poi, dopo l’imbottigliamento e la rifermentazione, gli spumanti della Marchisio Family resteranno sui lieviti per 7-8 anni. «Non usciranno prima del 2030», promette Sergio, annunciando quindi un altro record personale: bollicine con 10 anni di anzianità. In linea, come sempre, con la vocazione di famiglia: eccellenza assoluta, che si può raggiungere solo sapendo coniugare natura, esperienza e passione.