Per chi vive sotto il cielo coltivando a vite le sue colline, il giorno di San Giovanni Battista resta uno dei più sacri dell’anno: rappresenta la grande promessa che il Sole ha mantenuto, quando il 25 dicembre è “rinato” dal buio dell’autunno, per poi accompagnarci in una cavalcata trionfale fino al momento della sua massima espansione, il solstizio d’estate. Mentre la tradizione contadina vuole che la sera si accendano i Fuochi di San Giovanni, tra le infinite suggestioni offerte da Rudolf Steiner c’è anche quella che accenna alle lucciole. Secondo il grande antroposofo, attorno al 24 giugno questi piccoli insetti cominciano a lampeggiare, con le loro piccole luci, per ricordare agli uomini come apparirebbe la Terra a chi la osservasse dalle lontananze cosmiche nei giorni solstiziali: una grande luce calda che si accende nell’universo. Uomini che “si accendono” come lucciole e risplendono nello spazio?
Nella visione poetica di Steiner, la Terra “espira” tutto ciò che ha inspirato nei mesi di oscurità. E questo avverrebbe anche per la nostra stessa interiorità: è come se anche noi diventassimo esseri splendenti, immersi nell’assoluta pienezza della massima luce solare. Riflessioni che Sergio Marchisio lascia decantare ogni anno, sotto il sole dei vigneti, festeggiando il trionfo stagionale della solarità. Sa bene che il grande ciclo dell’anno, con la sua varietà di stagioni e i significati anche metafisici che si possono legare ai solstizi e agli equinozi, offre all’uomo di oggi la possibilità di rinsaldare il vincolo ancestrale, senza tempo, tra lo spirito individuale e “l’anima del mondo”, che si esprime anche attraverso i generosi frutti dell’agricoltura. E quale altro frutto, se non il vino, ha il magico potere di conservare in sé il meglio dell’intera ciclicità stagionale, regalando tutte le sfumature del suo “vissuto”, dai mesi della neve a quelli della vendemmia?
Chi ama Steiner sa che questo «è il momento di immergersi nella natura vivente, fiorendo insieme al fiore, germogliando con la pianta, fruttificando insieme all’albero». In mezzo a questo mare di luce, è come se a venirci incontro fosse la spiritualità della natura, quella che ogni cultura arcaica ha sempre percepito. E’ un “brindisi di Sole”, quello che Sergio Marchisio si concede in questi giorni, lui che proprio sull’insegnamento di Steiner ha basato la crescita naturale dei suoi vini, partendo dalla gestione eco-sostenibile dei vigneti, certificati biologici e condotti secondo i più rigorosi dettami della viticoltura biodinamica. Una lezione: così in Cielo, come in Terra. E’ strettissima, la corrispondenza tra astronomia e agricoltura: come se fossero le stelle, i pianeti e la Luna a orchestrare – sotto l’attenta direzione del Sole – la perfetta riuscita di ogni annata. E non c’è bisogno di aggiungere che quella in corso ha l’aria di essere delle migliori: a casa Marchisio, il 2021 sarà sicuramente un anno da incorniciare. Lo dice anche il Sole, che ora splende alto nel cielo di San Giovanni.