Sos acqua e siccità in vigna: vietato irrigare, si spera nella pioggia

Allarme siccità. Si spera nella pioggia, per salvare una stagione minacciata dalla grande sete. «Senza una buona dose di precipitazioni – avverte Fabio Marchisio – temiamo di andare incontro a una vendemmia “magra”: i nostri grappoli oggi sono bellissimi, ma il raccolto potrebbe rivelarsi scarso». La colpa è del meteo: tanto caldo e troppi mesi di cielo sereno, senza perturbazioni. «Dopo un inizio di stagione eccezionale, ora la maturazione sta rallentando e gli acini rischiano di rimpicciolirsi». Altro problema: in Piemonte non è ancora consentito irrigare i vigneti, come invece avviene nelle altre Regioni. «E comunque, l’altro guaio di quest’anno è la mancanza d’acqua: se anche ci fosse permesso di irrorare i filari, non ci sarebbero fonti idriche sufficienti». Siamo al paradosso, dice Fabio: «In Sicilia, dove la siccità è la regola, quest’anno i nostri colleghi non soffrono: hanno avuto un inverno piovoso, che ha riempito i loro bacini di raccolta. Bacini che noi non abbiamo, e che oggi sarebbero preziosi».

Il problema – conferma Fabio Giavedoni sul magazine di Slow Food – è che da qualche anno, complice il mutamento climatico (estati torride, non mitigate dalle piogge), le vigne soffrono seriamente. «Ormai solo in Piemonte non viene ammessa e considerata l’irrigazione – scrive l’esperto – anche se nell’Astigiano e in alcuni vigneti del nord della regione si cominciano a installare i primi impianti a goccia». In altre regioni, riferisce Slow Food, molti produttori la pensano così: «Se non ci fosse l’opportunità di una “irrigazione di soccorso”, probabilmente ci sarebbe una forte contrazione della viticoltura». Purtroppo, precisa Fabio Marchisio, nei vigneti piemontesi – per ora – si può intervenire con l’acqua solo in due casi: su singole viti di rimpiazzo, piantate per sostituire le “fallanze”, oppure sulle barbatelle giovani, non oltre i primi tre anni di età.

Stagione compromessa? «Aspettiamo a dirlo», sorride Fabio, che spera di ricevere segnali propizi dal cielo. «Nella peggiore delle ipotesi, raccoglieremo meno uva: come è già accaduto lo scorso anno, per colpa della grandine». In compenso – si fa per dire – neppure la stagione 2020 era stata da incorniciare: tutti i viticoltori, infatti, avevano subito i severi contraccolpi (commerciali) della crisi globale creata dal Covid, con il ko dell’export. Non tutto è perduto, comunque: mai smettere di aver fede in Giove Pluvio. Inoltre, le vigne della Marchisio Family hanno notoriamente una marcia in più: la conduzione biodinamica, com’è noto, irrobustisce le viti e le rende estremamente resistenti alle avversità. Che altro aggiungere? «Be’, incrociamo le dita». E allora, buona pioggia a tutti!

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