Pinot Nero in anfora, vendemmia a ferragosto

Pinot Nero in anfora, il primo a essere prodotto nel Roero. Occupa un posto d’onore nella storia della Marchisio Family: parola d’ordine, sperimentare. Veri pionieri del vino naturale, biologico e biodinamico. La notizia? Gli acini hanno già completato l’invaiatura: il colore scuro conferma il grado di maturazione raggiunto. «Di questo passo – spiega Fabio Marchisio – anticiperemo la vendemmia a ferragosto, o al massimo alla fine del mese». Merito dell’esplosione dell’estate, molto calda. «Per fortuna, il Pinot Nero non ha sofferto la siccità: sulla vigna, tremila metri di filari al Bricco Medica di Priocca, la pioggia è caduta a sufficienza».

Tutti ottimi, gli indicatori della stagione per il Pinot Nero: «Non stiamo effettuando nessun trattamento, se non un po’ di zolfo per contenere l’oidio. Le condizioni sono perfette e non richiedono interventi particolari». In altre parole: si annuncia un’annata spettacolare. «In effetti – conferma Fabio – questa sarà la prima vendemmia davvero produttiva, per questo vino, vista la giovane età delle viti. La scorsa stagione purtroppo era stata magra, per colpa della penuria idrica». Quest’anno, invece, tutto bene: finalmente. L’accelerazione estiva – gran caldo – è stata preceduta da una primavera fresca, con fioriture posticipate rispetto al calendario degli ultimi dieci anni.

Pinot Nero in anfora? Sì: un vero gioiello. Biologico certificato e prodotto con i criteri della viticoltura steineriana. Una produzione d’eccellenza, per appassionati: poco oltre le duemila bottiglie. E il sapore di una sfida – l’ennesima – ancora una volta vinta: in questo caso, lasciar esprimere al meglio (nel nostro clima quasi mediterraneo) il principe dei vitigni rossi francesi, figlio del freddo della Borgogna. Il risultato? Entusiasmante: «Il nostro rosso conferma la personalità inconfondibile del Pinot Noir, fatta essenzialmente di finezza. E da noi il varietale si arricchisce di accenti e rotondità. Grazie soprattutto alla magia dell’anfora: che conferisce al vino grande equilibrio ed estrema morbidezza».

Un calice fragrante: lampone e ciliegia, fragola e mirtillo. Poi anche frutta matura e note di sottobosco, cuoio e liquirizia. Una specie di musica: la grande armonia tra eleganza e ricchezza. «Visto che la componente tannica del vitigno non è certo esuberante – spiega Sergio Marchisio, il padre di Fabio – la chiave “alchemica” del nostro Pinot Nero sta proprio nel dosaggio della sua acidità. E il tocco finale (così soffice, gentile) è il grande regalo dell’anfora». Come se la Borgogna rinascesse nel Roero, grazie all’arte ancestrale del Caucaso: la vinificazione in ceramica. E ora, dopo anni di test in costante crescita, siamo a un passo dal trionfo: un Pinot Noir all’ennesima potenza, già pronto per essere vendemmiato in piena estate.

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