Vino in anfora e Italia: un binomio vincente, oggi. Lo dimostra la Marchisio Family, che si è appena aggiudicata un “tender” in Finlandia. Notoriamente, l’export in Scandinavia è normato da severe selezioni. A imporsi – davanti a oltre 160 concorrenti – è stato il Roero Arneis vinificato e affinato in recipienti di ceramica. E non è tutto: «Abbiamo appena raggiunto un accordo anche con il Monopolio di Stato del Canada», annuncia Fabio Marchisio: «Si tratta di un altro mercato per noi fondamentale, che ci apre a prospettive di lungo periodo». Per la cronaca: a Ottawa finiranno la Barbera d’Alba e il Nebbiolo “Mungalat”, due vini biodinamici della famiglia Marchisio. Segnali più che incoraggianti, sottolinea Fabio: «Nonostante la crisi internazionale provocata dal Covid, il nostro export va benissimo. Siamo prossimi al 50%. E cioè: al di sopra della media nazionale, in questo momento».
La solidità delle esportazioni rappresenta una voce significativa, per un’azienda da centomila bottiglie l’anno. Ma l’Arneis in anfora è quasi un trofeo: un fiore all’occhiello. «E’ stato un esperimento riuscito», spiega Sergio Marchisio. Lui è un vigneron che, delle “scommesse impossibili”, nel Roero, ha fatto una missione di vita. «Grazie alle qualità dell’anfora, volevo capire se l’Arneis – oltre alle sue doti di freschezza – potesse esprimere anche altri valori, come la longevità». Missione compiuta, tanto per cambiare. Ricchissimo e “rotondo”, il suo Roero Arneis affinato nella ceramica migliora di anno in anno. E senza paura di invecchiare. Un vino davvero super: non a caso, scelto dalla Finlandia tra tanti altri bianchi italiani fatti in anfora. Gran bel prodotto, di cui essere orgogliosi. «E il bello – dice Sergio – è che, tra qualche anno, questo Arneis sarà ancora più sorprendente».