Tra i vini italiani in Canada da quest’anno c’è anche il Mungalat, Langhe Nebbiolo Doc della Marchisio Family. «Ne siamo felici: è stato scelto tra i 4 migliori Nebbioli, almeno secondo gli esaminatori canadesi». Sergio Marchisio brinda all’ennesimo successo: «In effetti è una soddisfazione: il nostro Mungalat si è imposto su 70-80 concorrenti». Step decisivo, per essere accettati dal rigido monopolio canadese, è l’ordine di prova: che ammonta a 3.600 bottiglie. Ma il “fabbisogno” stimato di Nebbiolo, nel paese degli aceri e degli orsi, raggiunge le 15.000 bottiglie. Per il Red Carpet bisognerà attendere il passaggio successivo: insieme agli altri tre Nebbioli selezionati, il Mungalat sarà accuratamente riassaggiato fra qualche mese.

«La partita definitiva – dice Sergio – ce la giocheremo sportivamente a ottobre, alla Grand Dégustation di Montreal». Intanto, il primo trofeo è già al sicuro in cantina: essere promossi, in un “tender” per un mercato contingentato come quello canadese, rappresenta un significativo successo. E cosa ha convinto, nel Mungalat? La nota gustativa aziendale lo presenta in modo accattivante: “Erba medica e praterie d’eucalipto seminate dal cielo del Roero: il carattere genuino delle nostre colline arriva intatto in un bicchiere intenso e calorosamente schietto”. Chiaro, no? Parliamo di un Nebbiolo di pura razza roerina, che si afferma innanzitutto per i suoi profumi.

«La mia filosofia – ricorda Sergio Marchisio – punta a ottenere vini assolutamente franchi e diretti, senza artifici di cantina: per estrarre dal vitigno l’essenziale, la sua anima varietale più autentica». Niente trucchi, insomma. Biologico e biodinamico, il Mungalat nasce a Castellinaldo da vigne di 20-25 anni. Macerato in acciaio a temperatura controllata, evolve per almeno 12 mesi in botte grande di rovere. Un rosso che esprime appieno il suo territorio, anche grazie all’estrema naturalità con cui viene prodotto: solo lieviti indigeni, nessun ritocco all’impronta nativa. Eleganza e intensità armonica: un Nebbiolo di classe, ricco di accenti. E con un’estrema facilità di beva.

L’edizione canadese? Simpaticamente bilingue, già nell’etichetta: la dicitura francese “Biologique Canada” va a braccetto con la cugina inglese, “Canada Organic”. Un altro bel viaggio, insomma, per i vini (italianissimi) della Marchisio Family. «Sì, l’export rappresenta una voce importante, per noi. In America siamo già presenti: nel mercato statunitense. Poi c’è il Nord Europa. I nostri vini sono infatti distribuiti in paesi come il Belgio, l’Olanda e la Danimarca». E non solo, perché tra le “conquiste” più prestigiose c’è anche la Finlandia: altro paese sottoposto a monopolio statale, per il vino. Per sbarcare a Helsinki bisogna vincere un “tender”: proprio come per l’ambitissimo Canada.

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