Fivi, il trionfo dei vignaioli indipendenti

La Marchisio Family e la Fivi, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. Una realtà in crescita: vini genuini, produzioni artigianali. E’ la chiave del successo che ha coronato l’undicesima edizione dell’expo di Piacenza, fiera-mercato del vino italiano indipendente. Numeri eccezionali: 24.000 visitatori per 870 produttori. «Un vero e proprio bagno di folla», conferma Fabio Marchisio, reduce dalla due giorni tenutasi a fine novembre. «Un’occasione perfetta per incontrare appassionati e operatori del settore: vogliono conoscere direttamente i vini e anche le persone, i territori che stanno dietro a ogni etichetta». Oggi la Fivi è una grande realtà italiana: 1.400 i viticoltori associati, 13.000 gli ettari vitati. Tutte aziende medio-piccole, a conduzione famigliare. Tratto distintivo: qualità assoluta, massima accuratezza, valorizzazione della biodiversità.

«I Vignaioli Indipendenti sono un elemento centrale nell’economia e nella cultura italiana del vino», ricorda Lorenzo Cesconi, presidente della Fivi, organismo nato nel 2008 per promuovere e tutelare il lavoro del vignaiolo e le produzioni di pregio. «Per noi, l’adesione alla Fivi è stato un fatto naturale», ammette Sergio Marchisio, pioniere dell’enologia nel Roero. E’ stato il primo a impiantare l’Arneis a Castellinaldo d’Alba, il primo a farne bollicine (metodo classico). Non solo: il primo a vinificare il Nebbiolo in anfora (il pluri-premiato Valmaggiore). Biologica e biodinamica, la Marchisio Family ha la sperimentazione nel suo Dna. Oltre al Nebbiolo, oggi produce in anfora anche il Roero Arneis, insieme alle ultime due scommesse: il Pinot Nero e il Riesling. Piccole quantità, che testimoniano la voglia di non fermarsi mai.

Quella della Fivi sta diventando una sorta di comunità d’elezione. E i primi ad accorgersene sono i tanti visitatori della fiera-mercato di Piacenza. Vitigni rari, lavorazioni speciali. Semplicità e pulizia, fedeltà ai territori. Tutti valori che puntano a fare del vignaiolo un vero e proprio interprete della sua terra, grazie a un ambasciatore d’eccezione: il vino. La crescita esponenziale della Fivi, dicono gli specialisti del settore, conferma una tendenza verso la ricerca dell’eccellenza. In un mondo globalizzato, vince di riesce a far valere la sincerità: la sua e quella del prodotto. Storie uniche, tutte da degustare. Come le etichette della Marchisio Family: inconfondibilmente “made in Roero”, ma con una marcia in più. Quella che nasce dalla capacità di far parlare il territorio, in modo naturale, grazie a uno speciale istinto: aiutare il vino a esprimere il meglio di sé, di sorpresa in sorpresa.

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