Lei si chiama Castellinaldo Barbera d’Alba. E dal 2021 è la prima sottozona della Barbera d’Alba. La prima e unica, per ora, a poter inserire in etichetta il nome del paese da cui nasce. Un bel record, in effetti: profuma di qualità, di eccellenza assoluta, di storia. La notizia? Il 15 maggio debutta ufficialmente, con una spettacolare degustazione pubblica. Ed ecco “BarbIs”: a metà strada tra “barbìs”, in piemontese (furbo, buono) e “Barbera Is”. «E’ un po’ il battesimo vero, per questo nostro grande vino», spiega la giovanissima Francesca Marchisio, new entry nell’azienda della Marchisio Family. C’è anche lei dietro all’organizzazione dell’evento, promosso dai Vinaioli di Castellinaldo in piazza Castello, nel cuore del paese, dalle ore 18 alle 23. «Una bella atmosfera, sicuramente: come tavole si useranno pedane di legno, mentre ci si siederà su balle di paglia». La Castellinaldo sarà l’unico rosso servito (bianchi gli altri vini, Arneis e bollicine). In famiglia anche il catering per i sapori del territorio, a chilometri zero: «I piatti verranno da mia zia, Serena Marchisio, titolare del ristorante Belavista».
Per chi ancora non lo conoscesse: il Belavista (con una elle sola) è affacciato su un belvedere favoloso, a Madonna dei Cavalli. Il posto giusto per sorseggiare un bel calice di Castellinaldo, immersi nel panorama delle colline, magari dopo aver fatto un primo assaggio in azienda. «Tra i progetti in cantiere – svela Sergio Marchisio, il papà di Francesca – c’è anche la trasformazione della winery: vorremmo aprire un vero e proprio wine bar, sempre aperto nel weekend». Ecco, appunto: è fondamentale, aumentare l’offerta nel campo del turismo enogastronomico. Anche il Roero, come le Langhe, è visitatissimo da italiani e stranieri. Turisti innamorati di un paesaggio che riempie gli occhi ed entra nel cuore. E’ davvero speciale, la terra d’elezione della Castellinaldo Barbera d’Alba. «E il riconoscimento prestigioso della sottozona, ovviamente, funge da volano per tutta l’economia locale: è un gran bel biglietto da visita, che premia gli sforzi di generazioni per ottenere un vino profondo, di valore». Quello di casa Marchisio, poi, è biologico e biodinamico. In tutto 10.000 bottiglie, dall’impronta indimenticabile: nerbo acido ed evoluzione vellutata.
Il disciplinare di produzione di questo super-rosso è severo: resa limitata e solo vigne vecchie di almeno trent’anni, cresciute tra i 250 e i 350 metri di quota. Dopo la vinificazione, un lungo affinamento in legno. Il risultato parla da solo: la Castellinaldo è una Barbera d’Alba matura, importante, in grado di esprimere tutto il carattere che il Roero sa conferire ai suoi vini. A presentarla, garantendo 200.000 bottiglie all’anno, provvedono decine di aziende locali. Sono distribuite tra Magliano Alfieri e Priocca, Canale, Vezza d’Alba, Castagnito e Guarene. Epicentro della produzione, Castellinaldo. Dove adesso quella speciale Barbera riempirà i calici di “BarbIs” a partire dal prossimo 15 maggio. Ben 11 le cantine coinvolte: oltre alla Marchisio Family saranno presenti Teo Costa, Morra, La Granera, Cravanzola, Cascina del Pozzo, Brjnda, Marsaglia, Cascina Torniero, Cerrato e Michele Ferrero. «A dire il vero, per il 15 maggio stiamo già registrando il tutto esaurito», sorride Francesca. Ma niente paura: «Gli amanti della Castellinaldo potranno consolarsi: ripeteremo “BarbIs” il 12 giugno e poi anche il 3 luglio».